“Converge, Baggio, Baggio, Baggio ed è goooool! Ed è pareggio di bilancio!”
Quanto era forte il Divin Codino? Uno dei più forti probabilmente, di sempre. Amato, trasversalmente, come pochi altri, specialmente in un paese notoriamente diviso come il nostro. Il buddismo, questo portamento principesco, la naturalezza, la fantasia. Eh, che nostalgia. Il gol al Napoli, con la maglia della Fiorentina, come simbolo di cosa sarebbe potuto essere e cos’è comunque stato al netto degli infortuni. Il “rientro” sull’interno davanti a Giuliani, la classica giocata che tutti sanno farà ma non hanno comunque modo di fermare. Il rigore non tirato a Torino, contro la sua Fiorentina, un gesto di un romanticismo impensabile, in quel mondo. E nonostante questo, amato e rimpianto anche e soprattutto dai tifosi juventini, a cui ha fatto dimenticare in fretta quella strana domenica. Quando si giocava, solo e sempre di domenica. E mentre in sottofondo partono i Subsonica (“Sai che c’è/ormai è giorno/è domenica…”), viene in mente un altro gol, sempre a Torino: lancio di Pirlo, splendido, da dentro il cerchio di centrocampo, Roberto è davanti a tutti, riceve e contemporaneamente dribbla Van Der Sar quindi appoggia in rete col mancino. Quelli che ne capiscono direbbero che esegue un stop orientato. Ma queste sono “parole”, fredde, di chi vuole dare un nome a tutto e si perde la bellezza di un gesto sublime nella sua complicatissima semplicità.
Che cosa voleva comunicare qui l’artista: che non è sempre questione di numeri, che i conti alla fine possono anche non tornare se si parla di sentimenti. Non ci sono cifre, statistiche che certifichino la grandezza di un campione, amen se il budget non è sufficiente. E poi era una sorta di atto dovuto, un modo per riunire una coppia (quella con Totò Skillato) che ci ha regalato notti magiche.
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