Potrebbe essere, I put in onion, il nome di un collettivo deviato, parallelo, un po’ come in Supercar KARR è la versione maligna di KITT. E invece è un gioco di parole, che è sempre stato lì sotto i nostri occhi. Io, Putin, cipolla di tutte le Russie, gran sedano della Siberia, arci carciofo dell’Armenia e del Turkestan, scalogno dell’umanità. E se il mondo fosse un gigantesco orto? E noi, vegetali capaci di vivere serenamente e in pace, bisognosi solo di sole, acqua e terra fertile? Canterebbe John Lemmon
You may say I’m a cabbage
But I’m not the only one
I hope someday you’ll sow the spinach
And the soil will be as one
E invece continuiamo a distruggere, corpi senza mente che sparano, sparano e uccidono per procura, per citare un grande cantautore (un po’ più bravo di Jovanotti ma non tanto).
Che cosa voleva comunicare qui l’artista: è forse la manomissione che più rappresenta le intenzioni del manifesto iputanonioniano; l’intento è smorzare, mettere alla berlina. C’è – o forse è meglio dire c’era – chi imbratta i manifesti elettorali aggiungendo particolari ai volti dei candidati; noi facciamo spuntare le foglie da una testa di cazzo. E non comprenderemo mai veramente il significato de “Il potere logora chi non ce l’ha” perchè francamente, del potere, non ce ne frega una fava.