– Come stai?
– Top, top, grazie.
La prima volta che ho sentito parlare di ghosting, mi sono immaginato che si stesse parlando di Demi Moore o Patrick Swayze, magari di Whoopi Goldberg. E invece no. Per niente. Si parlava di un fenomeno sociale per cui una persona, maschio o femmina, dopo aver intrattenuto un rapporto di intimità con un’altra, sparisce senza motivo. Una volta si diceva “si è fatto/a di nebbia” e ci si beveva su. Adesso è per l’appunto (Ryan) ghosting e causa dei seri problemi psicologici nelle vittime. È tutto più grave, oggidì. Anche la deriva che sta prendendo la nostra cara lingua. Nessun commento al proposito, niente da aggiungere Vostro Orrore. Che poi è un attimo essere tacciati di boomerismo (si può dire? Speriamo vivamente di no).
Cosa voleva comunicare qui l’artista: Betty Boop diventa Betty Tossica, ha il fegato e l’intestino in subbuglio e dunque dal sedere escono suoni a cui manca solo la puzza per essere classificati come scoregge, peti o come diavolo li chiamano adesso. Indubbiamente è un modo efficace di rappresentare l’espressione “parlare col culo”.