Jim Carrey interpreta chiunque abbia anche solo provato ad avvicinarsi al ranch di El Paso (New Mexico); la mano che impugna la pistola è quella di Cormac McCarthy, proprietario e inquilino del suddetto ranch. Ogni volta che l’artista finisce un libro di McCarthy pensa:
Non ci ho capito nulla. Però che bello questo libro
A partire da La Strada, di cui non ricorda assolutamente una parola. Ma conta di rileggerlo. Poi sono venuti Il Passeggero e Meridiano di sangue. Sul comodino, pronto, c’è Stella Maris. Eh. Boh. Però bellissimi. Sarà che che i dialoghi e non solo sono raramente definiti o ingabbiati da punteggiatura? Sarà la crudeltà di fondo, che è sempre una cosa universalmente un po’ incomprensibile? Sarà una sorta di rifiuto a rassegnarsi al fatto che in fondo non esiste alcuna spiegazione? Nessun vincitore ma soltanto un nugolo di estranei destinati alla tribolazione e al fallimento? Che poi, noi di I put an onion ci siamo informati: non era tutto sto burbero, Cormac. Anzi. Molto attivo nella sua comunità, padre e marito modello: non certo uno con il Pulitzer sotto il naso, ecco.
Che cosa voleva comunicare qui l’artista: l’incomunicabilità di fondo tra gli esseri umani, la difficoltà a “sintonizzarsi”, ad essere “sulla stessa pagina” traducendo letteralmente dalla lingua di McCarthy. Per un umano ben disposto ce n’è un altro di pessimo umore che non aspetta altro che una miccia per accendere l’odio atavico che pervade Meridiano di sangue, ad esempio. “A salve” assume così un nuovo significato: da semplice saluto a condanna certa.